Racconti Contest 2015

Non avevo intenzione di smettere di sognare
Giovanna Avignoni
Volo, mi innalzo nel cielo e poi torno in picchiata giù, vertiginosamente verso il basso, fin quasi a sfiorare l’erba.
Sembro precipitare, ho il cuore gonfio dai troppi battiti, ma non cado, rasento il suolo, schivo il pericolo.
Mi impregno del profumo tipico dei fiori di campo, delle campanelle delicate, della calendula generosa, dei papaveri stanchi.

La Porta
Clara Bartoletti
Million ways to spend your time When we get back I’ll drop a line
(The Doors- Crystal Ship)
Stavo guidando la macchina per tornare a casa, saranno state le ventidue, quando non ho più visto la linea di mezzeria della corsia. Il buio era piombato come un lastricato di catrame sul parabrezza così velocemente da farmi frenare istintivamente.

L'albergo maledetto
Giuseppe DJoNemesis Ciucci
Alcuni amici, tre maschi e tre femmine, decisero di andarsene in vacanza: Jack, Leonard, Charles, Juliet, Linda e Katy. Giovani un po’ incoscienti, avevano letto un annuncio pubblicitario e si erano recati, senza prenotare, in un albergo isolato costruito in una suggestiva località naturalistica: non potevano quindi sapere che lo stabile era abbandonato da tempo.

Concorso di cause
Cristina Paola Colesanti
3 agosto 2015, ore 8.35
Mi sveglio in un bagno di sudore. Devo fare mente locale per ricordare dove sono, ormai da anni sempre la stessa storia, credo di svegliarmi a casa nel mio letto, invece no.
La catenella al polso mi sta lacerando la pelle. Una recrudescenza del passato, rifletto, perché ultimamente sono stata libera di muovermi senza alcuna sorveglianza;

La Band
Piera Colombera
Erano rimasti a lungo disoccupati, ma, che lavorassero o meno, nulla, di ciò che ha prezzo in denaro, era loro negato.
Non si conoscevano tutti, però, tutti, conoscevano me.
Quel giorno di Aprile li chiamai uno a uno e pareva che attendessero la chiamata perché, senza indugio, aderirono alla richiesta di raggiungermi.

Troppo Tardi
Federica Di Noi
È tutto bianco, lindo, essenziale; ogni cosa è stata disposta e orientata con cura, come per ritagliarsi un piccolo spazio neutrale da cui osservare con distacco il disordine e la ferocia della vita.
Quando hanno saputo che sarei venuto in Giappone, solo, senza averlo pianificato, hanno tutti pensato che il mio fosse uno di quei viaggi dell’anima che si fanno in Oriente, per “ritrovare se stessi”. Odio questa espressione. Odio ciascuna delle parole che la compongono.

Dolce Amaro
Alessandro Fort
Si svegliò pochi istanti prima della fermata, l’autobus aveva rallentato e gli altri passeggeri si stavano preparando. Scattò in piedi tirando la spesa fatta al supermercato, due ragazzi si spostarono per lasciarla passare e la mamma di una bambina dai capelli lunghissimi, prese la figlia in braccio.
«Spostiamoci tesoro, la signora deve smontare».

L'ascensore
Anna Rita Foschini
«Sei tu?» gracchia l’idiota nel citofono.
Rispondi con un laconico sì: sei talmente spossata che perfino parlare ti costa fatica.
«La luce dell’ascensore non funziona» t’informa lui, sullo scatto dell’apertura automatica.
Imprecando a denti stretti, ficchi un piede tra le ante del portone per impedire che si richiuda.

Sottopelle
Elèonore G. Liddell
Le sudavano le mani dal nervosismo, mentre la psicologa le riempiva la testa con la solita raffica di tediose ed assillanti domande sul suo passato e sulle sue condizioni attuali. Sempre i soliti quesiti ai quali nemmeno lei sapeva rispondere ed i soliti discorsi sulla sua piatta esistenza, che non facevano altro che aumentarle la tensione e l’ansia. Sebbene fosse ancora giovane, Emily Carter era una donna vuota e dispersa nei suoi trent’anni suonati.

Prigione Federale
Antonio Milicia
Vada un po’ più avanti
Avevo appena spento il motore, ma a quanto pare anche il benzinaio ha da ridire su quello che faccio. Su come lo faccio.
Non gli è bastato che parcheggiassi l’auto vicino alla pompa dal lato serbatoio, ma chiede anche un inutile surplus di precisione, come se la mia fosse una Formula Uno in un pit-stop ai box, dove tutto deve quadrare al millimetro.

Ad occhi aperti, in un mondo adatto a me
Celestina Monaco
Sono sempre stata un po' diversa da tutti gli altri, già da bambina. Quando avevo sette o otto anni mi trovavo spesso da sola e la cosa non mi dispiaceva affatto. Ogni tanto inventavo canzoni che intonavo ad alta voce fra le aiuole di rose; altre volte mi costruivo capanne con tutti gli ombrelli che trovavo in casa e immaginavo paesaggi inesplorati nei quali piantare quella tenda prima di partire all'avventura; insetti che ci si arrampicavano, chiedendomi dove stessero andando; molto spesso mi perdevo tra le pagine di un libro.

Visione di un giorno
Stefania Palamidesi
Non siamo nati solo per questa vita, di questo ne sono certa!
Come testimoniarlo se non tramite un auto regressione? Ed io l’ho fatta.
Mi distesi sul letto, accesi il file audio e sperimentai su di me.
Mi disse di rilassarmi e di sentirmi serena, sciogliendo ogni parte del mio viso. Continuò ad invitarmi ad allentare ogni muscolo del mio corpo: spalle, addome, braccia, gambe.

Gli Acchiappa-Incubi
Sandra Palmisano
Molte notti erano calate, silenziose e puntuali, sull’8th Avenue a Brooklyn e la mia finestra, al civico 214, s’illuminava improvvisamente nel cuore della notte. La notte: la parte del giorno in cui, entrando nella fase vitale denominata sonno, l’essere umano, generalmente, si concede il riposo. Io sarei uno di quei tipi impastati col sonno alla nascita, come dice mia madre. Lo ammetto, sono un dormiglione che impreca ogni dì al suono della sveglia.

Gli omicidi di Marzabotto
Roberto Serafini
Il maresciallo Leonida Corsi stava tornando a casa alla fine di una lunga giornata di lavoro. Con le mani in tasca contava uno a uno i lampioni che illuminavano il viale alberato che stava percorrendo. Diceva che aveva preso quell’abitudine perché l’aiutava a rilassarsi. Anche quella sera, uscendo dalla caserma dei Carabinieri di Marzabotto, aveva dato la stessa motivazione al brigadiere che voleva offrirgli un passaggio e nonostante le insistenze del suo vice, non si era fatto convincere.